CuriositàTutti abbiamo bisogno di qualcuno, che abbracciandoci ci dica: "Andrà tutto bene."

11/11/2017 - 03h

Nonostante cerchiamo di apparire delle persone forti, che non hanno alcun bisogno degli altri, temerari e duri, tutti abbiamo bisogno di qualcuno che abbracciandoci ci dica: "Andrà tutto bene."

Sentire questa necessità non è sinonimo di debolezza, bensì rappresenta l’audacia di qualcuno che apprezza un po’ di sostegno e conforto. 

La vita ci mette continuamente alla prova. 

Friederich Nietzsche diceva:

"Ciò che non mi uccide, mi rende più forte."

Ed è una affermazione molto vera, perchè ognuno di noi è ciò che è oggi grazie a tutti gli ostacoli che ha superato, tutte le vittorie che ha ottenuto. Si risolve tutto alla fine e se non è così, vuol dire che non è ancora la fine. 

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Il segreto sta nell’equilibrio e nel comprendere che essere una persona forte non significa essere immune alla sofferenza, né insensibile o privo di sentimenti. I forti sono coloro che un giorno si concedono di essere deboli e che, dentro di sé, continuano a subire l’impatto delle avversità. Pertanto, loro più di chiunque altro dovrebbero non solo dare sostegno, ma anche accogliere queste carezze emotive con le quali saziare la loro fame e continuare a curare le loro ferite silenziose.

Qualche volta nella vita abbiamo bisogno tutti di qualcuno ci prenda la mano e ci dica che andrà tutto bene. Ci sono momenti così, nei quali la sicurezza di sé viene meno e una buona autostima non garantisce il successo, la risoluzione del problema o un buon risultato. Ci sono momenti precisi in cui niente è catartico quanto condividere le difficoltà, alleggerendo il peso delle paure e il tarlo delle preoccupazioni.

Ci sono momenti, e questo capita a tutti, in cui il cervello si annebbia e viene pervaso dalle tenebre mentali. In questi momenti, una mano amica, una mente lucida e un cuore ben disposto possono fare miracoli.

Impariamo, dunque, ad accettare un aiuto, a essere umili e a concederci di accogliere ciò che gli altri ci offrono. Ma impariamo prima di tutto a mettere a disposizione del prossimo la parte migliore di noi stessi per creare, così, contesti più ricettivi, forti e salutari da un punto di vista emotivo.

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