CuriositàAddio dentista per le otturazioni, adesso i denti si riparano da soli grazie a questa scoperta.

14/01/2017 - 03h

I denti si riparano da soli, addio otturazioni grazie a un farmaco per l’Alzheimer continua su:

Ricercatori britannici hanno scoperto che una molecola utilizzata nel trattamento dell’Alzheimer è in grado di stimolare le cellule staminali della polpa dentale, avviando un processo naturale di riparazione nei denti danneggiati.

Un team di ricerca del prestigioso King College di Londra ha scoperto che una molecola utilizzata nelle terapie per contrastare patologie neurologiche degenerative – come il morbo di Alzheimer – è in grado di stimolare la produzione di dentina ad opera delle cellule staminali presenti nelle polpa dentale. Si tratta di un processo biologico che, se correttamente indirizzato, potrebbe letteralmente rivoluzionare alcuni dei più comuni e diffusi interventi dentistici, come il trattamento delle carie.

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La dentina, un tessuto connettivo mineralizzato prodotto dai cosiddetti odontoblasti, viene generata naturalmente anche in caso di traumi o infezioni che espongono la polpa all’ambiente esterno, una procedura naturale efficace che comunque non è sufficiente quando si formano grandi cavità, come quelle legate alla rimozione di una carie estesa dal dentista. In quel caso lo spazio vuoto viene colmato dalle comuni otturazioni artificiali in cemento di calcio o aggregati di silicio, che tuttavia possono richiedere trattamenti e interventi multipli, oltre che sfociare in potenziali infezioni.

Gli studiosi, coordinati dal professor Paul Sharpe, hanno scoperto che piccole molecole di Tideglusib, un inibitore delle glicogeno sintasi chinasi (GSK-3) testato con successo nella lotta all’Alzheimer, se applicate a spugne di collagene biodegradabili inserite nel dente promuovono la formazione della dentina, che lentamente va a sostituire l’intera struttura della spugna. Si tratta di un approccio semplice, efficace e mirato, che essendo veicolato da molecole già approvate per studi clinici e legato a materiali normalmente in vendita, dovrebbe tradursi rapidamente in un innovativo intervento dentistico di routine. I dettagli dello studio sono stati pubblicati su Nature.

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