Potessero le mie mani sfogliare
Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore mòrte.
Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle e più dolente della dolce pioggia. T’amerò come allora qualche volta? Che colpa ha mai questo mio cuore? Se la nebbia svanisce, quale nuova passione mi attende? Sarà tranquilla e pura? Potessero le mie mani sfogliare la luna! Garcia Lorca Nato in una famiglia di piccoli proprietari terrieri nel paesino di Fuente Vaqueros, Lorca è per vari aspetti un ragazzo prodigio, sebbene non raggiunga mai l'eccellenza, non per incapacità, ma per le pieghe del suo complesso carattere, in ambito scolastico. Nel 1909, si trasferisce assieme alla famiglia a Granada, vicina città dell'Andalusia, dove ben presto rimane profondamente coinvolto nelle attività dei circoli artistici del luogo. La sua prima opera letteraria, viene pubblicata nel 1918, ma non ha particolare successo, se non in ambito locale.