A volte diventiamo molto silenziosi semplicemente perché non siamo in grado di parlare con sicurezza di come ci sentiamo. Ma allo stesso tempo, abbiamo segretamente sperato che qualcuno ascoltasse il nostro silenzio.
All'interno di un silenzio abita innumerevoli spazi di dolore, sentimenti di abbandono e solitudine. Ci sono silenzi estremamente rumorosi, persino assordanti.
Tuttavia, ci sono capitoli nelle nostre vite in cui il nostro unico compagno garantito è questo stato di vuoto, melodie mute e parole che sono state perse in una distanza affettiva che non può più raggiungerci.
Ci sono piccoli pezzi nella nostra traiettoria che possono essere solo dimensionati, compresi e vissuti da noi stessi, in questo luogo di immobilità che intorpidisce i nostri timpani. La solitudine e il silenzio sono fratelli gemelli con un enorme attaccamento reciproco. È tra le braccia del silenzio che la solitudine trova riparo. Ed è nel nascondiglio della solitudine che il silenzio non porta alcun senso di colpa perché non c'è assolutamente nulla che possa essere detto. Siamo fatti così, nel seno silenzioso della madre, dove i suoni esterni e spaventosi vengono filtrati dall'onnipresente protezione del liquido della vita che ci circonda. Il nostro primo contatto con il mondo esterno è rude e aggressivo. Siamo influenzati dai suoni sgradevoli di un'esistenza esterna di cui non sappiamo nulla. Ma dopo lo spavento, cerchiamo di riprendere il contatto con melodie rilassanti e familiari: il suono della voce della madre, la risata del padre, abbaiare di un cane, un mormorio di voci a cui ci sarà gradualmente presentata. I collegamenti vengono creati con queste voci e rumori. Impariamo a trovare e riconoscere in loro il respiro necessario in un momento di disagio o angoscia. Impariamo ad aspettarli come garanzia di appartenenza. Stabiliamo con le voci che amiamo i legami di dipendenza. E così speriamo che non ci manchino quando i nostri silenzi interiori stanno gridando troppo forte. È in questo momento che dobbiamo imparare che dobbiamo essere in grado di fare affidamento sulle nostre forze quando siamo abbandonati e abbracciati al nostro dolore. È troppo doloroso.Ma dobbiamo imparare che nessuno al di fuori sarà in grado di ascoltare il nostro angosciato silenzio. Non importa quanto urla, non sarà ascoltato. È in questo momento che "lasciamo andare" le lacrime, lascia che il dolore svanisca e impari, nello spirito, che abbiamo bisogno di chiedere aiuto, quando l'aiuto non viene. Se questo articolo ti è piaciuto, lascia un commento e condividilo con i tuoi amici!