Un figlio nasce da una madre e da un padre, e fino ad oggi questo resta un dato di fatto. Il figlio, inoltre, sopravvive solo se può contare su una famiglia o su chi ne fa le veci. Tutto questo determina i ruoli familiari, decisivi nello sviluppo psicologico.
Una famiglia è un sistema organizzato in modo da essere il nucleo alla base della società. Questo significa che si tratta di una collettività governata da norme, valori e orientamenti comportamentali, ma anche da gerarchie e ruoli familiari che danno a ogni suo membro una specifica collocazione.
E tutto questo si riflette sulla società. Il modo in cui i membri della famiglia si relazionano tra di loro definisce il modo in cui essi si relazionano con il resto della società.
Alla base della famiglia c’è il ruolo coniugale, che con il tempo diventa più confusionario. Tale ruolo è rappresentato dalla coppia e coinvolge l’insieme degli spazi di cui i figli non fanno parte, come la sessualità, le decisioni per la famiglia, i momenti di intimità tra i due membri e così via. A seguire, ci sono il ruolo materno e il ruolo paterno. Entrambi dipendono molto dall’ambiente culturale. Tuttavia, ci sono alcuni elementi comuni praticamente a tutte le culture. Il ruolo materno è principalmente di tipo affettivo e la sua funzione è quella di offrire protezione e supporto ai figli. Il ruolo paterno funge da mediazione in questa diade madre-figlio, estendendo i limiti di quest’ultima e delineando i limiti del proibito. Gli altri due ruoli in famiglia sono il rapporto fraterno e quello di figlio. Il primo è quello che si sviluppa tra i fratelli e che ha il compito di gettare le basi per un rapporto di cooperazione tra pari. Il secondo corrisponde al legame che i figli stabiliscono con i propri genitori e ha a che fare con il rispetto delle gerarchie e con l’internalizzazione del senso di autorità. Se questo articolo ti piaciuto, lascia un commento e condividilo con i tuoi amici!