PensieriLettera di uno psicologo ai suoi pazienti

07/09/2020 - 17h

Cari lettori, con voi, una lettera di uno psicologo realizzata per tutti i vostri pazienti:

Durante le vacanze di luglio ho dovuto ammodernare il mio sito web ed è stato parte dell'aggiornamento del mio curriculum, dopotutto, come tante professioni, psicologia e psicoanalisi non sono diverse e si studia sempre, ma normalmente mi dimentico di inserire nuovi corsi nel curriculum. La corsa alla vita è la causa di questo.

Per coincidenza, i certificati sono in una scatola con le agende degli anni precedenti e lì ho trovato le mie 19 agende di lavoro. E, naturalmente, li ho esaminati tutti. Ci sono tutte le persone che sono passate da me in questi quasi 20 anni di carriera e che conservo con grande affetto, mi mancavano tutti quelli che erano con me.

È stato un piacevole viaggio nel tempo. È vero che non ricordavo più in che giorno ci siamo incontrati, lunedì o venerdì. Ma ricordo molto bene tutte le storie che hanno attraversato la mia vita. So che hai seguito la tua strada e ho avuto il privilegio di seguire questa trasformazione e per questo sono una donna molto fortunata ad aver scelto questa professione.

Li ho visti sconvolti e confusi e ho seguito ogni grido, così come tutti i sorrisi che hanno dato quando tutto ha iniziato ad avere un senso nel processo terapeutico. Li ho visti diventare più forti, fare pace con il passato e consapevole che il futuro può essere molto buono e che dipende totalmente da ciascuno.

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E in quei momenti non mi inserisco più nella tua vita, dopotutto sono diventati completi e al sicuro e se ne sono andati. Questa partenza significa che il lavoro è stato ben fatto e tutti i pazienti hanno interiorizzato il processo terapeutico e, quindi, è giunto il momento di volare, proprio come fanno i bambini quando lasciano la casa dei genitori.

Ma, dopo questa testimonianza, devo dire che è stato per ogni fine di trattamento e per tutte le partite che mi sono rafforzato come professionista per continuare il mio lavoro in cui credo tanto. Solo ora, dopo 19 anni di carriera, mi sono reso conto che molte persone sono state con me. Non è possibile fare questo calcolo, dopotutto i pazienti non sono numeri, ma sono vite piene di storie e complessità.

Sì, sono anche una persona e mi manca il paziente quando finisce il processo di terapia. Il mio lavoro non finisce mai quando finisce e ovunque vada, porto con me un pezzetto di te. Credimi! Sono grato a tutti i pazienti che sono stati con me nel corso degli anni e a quelli che sono in quel momento. Mi toccano sempre l'anima in tutte le sedute!

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