CuriositàUn neuropsicologo sostiene che la base di un cervello sano è la gentilezza

30/04/2019 - 14h

La base di un cervello sano è gentilezza! Richard Davidson è un dottore americano in neuropsicologia e ricercatore nel campo delle neuroscienze affettive. Lasciò l'Harvard College nel suo secondo anno per andare in India, conoscere la meditazione e imparare come allenare la propria mente.

"La politica deve essere basata su ciò che ci unisce. Solo in questo modo possiamo ridurre la sofferenza nel mondo. Credo nella gentilezza, tenerezza e gentilezza, ma dobbiamo allenarci in questo. "- Richard Davidson

Nel suo viaggio, Richard ha imparato che una mente calma è in grado di progettare il benessere in ogni tipo di situazione. Ha ricercato attraverso le neuroscienze la base per le emozioni e ha scoperto che le strutture del nostro cervello possono cambiare rapidamente, in circa due ore.

Dopo aver misurato l'espressione dei geni, prima e dopo la meditazione, ha scoperto che i geni cambiano considerevolmente e le aree con infiammazione o tendenza all'infiammazione sono notevolmente ridotte.

"La vita è solo una sequenza di momenti. Se leghiamo insieme queste sequenze, la vita cambia ". Nel 1992, Richard incontrò il Dalai Lama , che gli consigliò di concentrare le sue ricerche su gentilezza, tenerezza e compassione, piuttosto che su stress, depressione e ansia.

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Seguendo il consiglio del Dalai Lama, ha concentrato la sua ricerca su questioni più ampie e ha scoperto che l'empatia e la compassione sono diverse l'una dall'altra. L'empatia è la capacità di provare ciò che provano gli altri.

La compassione è uno stato superiore, che consiste nel possedere gli elementi ideali per alleviare la sofferenza. I circuiti neurologici che conducono all'empatia o alla compassione sono diversi: sulla base della tenerezza, Richard ha scoperto che fa parte del circuito della compassione e che può essere incorporato a qualsiasi età.

I bambini educati alla tenerezza hanno una migliore salute mentale ed emotiva e fanno meglio a scuola. "Una delle cose più interessanti che ho visto nei circuiti neurali della compassione è che l'area motoria del cervello è attivata: la compassione ci consente di agire, di alleviare la sofferenza".

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